I TRE GRADI DELLA VIRTU' DELLA PAZIENZA

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    Gradi della pazienza.
    Tre sono i gradi della pazienza, Nostro Signore ce li ha indicati nel Vangelo e si è compiaciuto di darcene l'esempio.
    Il primo è di soffrire le nostre pene in pace, con rassegnazione, conservandoci in una perfetta sottomissione agli ordini di Dio. Così Giobbe in mezzo alle, sue afflizioni diceva, in una perfetta pace e con un intero abbandono alla volontà divina: Dio mi aveva diato tutto, Dio me lo ha tolto, sia benedetto il suo santo Nome!
    L'anima paziente non si lamenta né contro Dio né contro il prossimo; non si inquieta menomamente nel suo cuore per il proprio male, essendo animata dalle stesse disposizioni delle anime del Purgatorio, le quali con una sublime pace soffrono 1a violenza del fuoco e dei tormenti.
    Questo primo grado della pazienza viene espresso in queste parole di Gesù: Beati coloro che soffrono persecuzioni per la giustizia e, che la soffrono in pace e con sottomissione agli ordini santi della Divina Provvidenza. Gesù Cristo ce ne ha dato l'esempio col sottomettersi volontariamente a tante pene, passando per ogni sorta di patimenti, tranquillo come la pecora che si lascia menare al macello

    Il secondo grado, è di desiderare ardentemente di patire. Ciò si è veduto nei martiri, che avevano il cuore infiammato di un desiderio così intenso da lasciar comparire. anche esternamente il loro grande amore per i patimenti.
    Così S. Andrea, alla vista dei tormenti esclamava: O buana croce, da tanto tempo così ardentemente desiderata! Lorenzo poi si lamentava nel veder ritardato il suo martirio; e S. Teresa, nei trasporti del suo amore, esclamava: Aut patì, aut mori. O soffrire, o morire!
    Nostro Signore esprimeva questo secondo grado della pazienza con queste parole: Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, e che sospirano di patire perchè in essi si compiano i disegni di Dio, il quale vuole che tutti i cristiani soffrano con Gesù Cristo, e che in Lui e con Lui prestino soddisfazione alla divina giustizia.
    Gesù ha voluto pure darcene l'esempio, col. manifestarci il suo ardente e continuo desiderio di soffrire, quando diceva: Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi. Desiderio desideravi. Egli considerava il sacrificio della Pasqua come un solo sacrificio con quello della Croce che doveva comprendere ed includere ogni patimento: e per questo motivo manifestava un grande desiderio di mangiare coi discepoli quell'ultima Pasqua.

    Il terzo grado è di soffrire con piacere e con gioia. Così gli Apostoli e i primi cristiani se ne ritornavano dai tribunali pieni di gioia perché erano stati degni di soffrire per Gesù Cristo.
    S. Paolo, nelle sue Epistole, attesta ai fedeli che li vuole compagni della sua gioia nelle sue afflizioni e nelle sue pene. Non solo ci manifesta la gioia che prova nel patire, ma afferma che trionfa nelle sue infermità e si gloria delle sue sofferenze. S. Giacomo dice pure che il nostro cuore deve essere ripieno di ogni gioia in ogni pena e tentazione.
    Nostro Signore. esprimeva questo terzo grado con queste parole: Beati voi, quando gli uomini vi perseguiteranno e lanceranno contro di voi, ogni sorta di maledizioni e calunnie; allora rallegratevi. Ce ne ha dato pure l'esempio, poiché sta scritto: Propostosi il gaudio, sostenne la Croce, Proposito cibi gaudio sustinuit crucem.
     
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